lunedì 19 agosto 2013

Le parole fragili

«La parola può salvare una persona oppure perderla. Al di là dei contenuti, sono i modi con cui la paro- la è pronunciata (i gesti e il silenzio, lo sguardo e le espressioni del volto), a indicarne la connotazione ostile, amica, affettuosa, aggressiva, ansiosa. La parola è sempre fragile o arrischiata, è accattivante e seducente, è nemica o solidali. Ma l’altro potrebbe avere le antenne sensibilissime nel cogliere il senso nascosto, fluttuante e impalpabile, delle parole. E ogni parola può essere quella decisiva: la parola che crea fiducia o fa nascere un contatto emozionale, cioè quella che incrina la solitudine e libera gli aquiloni nel vento, ma la parola anche che accresce, con le sue risonanze, la solitudine e l’ansia, le inquietudini del cuore. La parola è dialogo, ma anche silenzio: nasce dal silenzio e finisce nel silenzio in una reciprocità incalcolabile e friabile. Le parole, labili tracce dell’inconoscibile ed effimere immagini del reale, metafore di un mondo possibile, si moltiplicano alla ricerca di definizioni probabili del dialogo e del silenzio, dell’apertura agli altri e della solitudine, della contemplazione e dell’azione; e non sempre riescono in questo intento».

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